La città di Caltagirone
Caltagirone e le sue ceramiche
“Castello del Vasi” così era chiamata Caltagirone, cittadina che a cavallo tra i monti Erei e gli Iblei in una scenografica posizione, mostra tutta la sua bellezza. Si appoggia su tre colline argillose, mettendo in mostra tutto il suo profilo fatto di chiese e case, sembra, così si dice che sia fatta di miele, questo sicuramente per il suo colore dorato che al sole brilla come se il miele la rivestisse tutta.
Caltagirone, in provincia di Catania, è una città dalle antichissime origini, una delle più preziose del Mediterraneo che, per l’eccezionale valore del suo patrimonio monumentale, che caratterizza il centro storico, nel 2002 l’Unesco l’ha riconosciuta con il titolo di “Patrimonio dell’Umanità”.
La storia millenaria della città è stata influenzata da diverse dominazioni, all’interno delle mura di Caltagirone hanno abitato i Bizantini, gli Arabi, i Genovesi e i Normanni, lasciando tracce dei vari passaggi nelle architetture, ma soprattutto per quanto concerne la produzione artistica legata alla ceramica.
Intorno all’anno 863 d.C. gli Arabi conquistarono la Sicilia per la prima volta, ma quando arrivano a Caltagirone trovano una popolazione accogliente e una realtà artigianale molto simile alla loro, iniziarono così scambi e collaborazioni.
Con la tecnica dell’invetriatura del vasellame, prezioso insegnamento degli artigiani arabi, Caltagirone acquisisce una primaria importanza nell’attività dell’artigianato ceramico tanto da essere chiamata il “Castello dei Vasi”. Il successo della ceramica di Caltagirone era legato anche alla grande abbondanza di argilla, che si trovava nel territorio, e alla grande quantità di legna, che veniva ricavata del vicino bosco di Santo Pietro, piccola frazione di Caltagirone.
Argilla e legna furono due fattori determinanti che hanno permesso alla città di sviluppare e di specializzarsi nella produzione di manufatti e oggetti in terracotta, prima, e terracotta maiolicata, poi.
Il tempo scorre e nel 1918 Don Luigi Sturzo fonda l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica, che riporta il suo stesso nome. Una scuola molto importante per la formazione di abili artigiani in grado di custodire e fare tesoro di tutti quei segreti e di tutta quella passione che caratterizzano l’antica Arte della Ceramica.
Nel 1954 Antonino Ragona, storico e preside dell’Istituto d’Arte per la Ceramica, cerca sul territorio di Caltagirone reperti di antiche ceramiche per ricostruire la storia e le tradizioni legate alla città e all’artigianato ceramico. Ragona cerca, raccoglie, cataloga, crea collegamenti con tutte le dominazioni che negli anni si sono succedute nel territorio, e fonda il Museo della Ceramica di Caltagirone promuovendo da un punto di vista culturale l’Arte della Ceramica.
Scalinata di Santa Maria del Monte
Origine della scalinata
La scalinata fu costruita nei primi anni del 1600 per collegare la parta antica della città di Caltagirone con la parte nuova costruita nella parte più alta della città, ma fu ultimata nella seconda metà del 1800. È idealmente divisa in dieci settori, uno per ogni secolo, e ognuno di essi è formato da quattordici gradini sui quali si alternano elementi floreale, geometrici e figurativi che racchiudono l’anima araba, normanna, spagnola, barocca, settecentesca, ottocentesca e contemporanea della città.
Composta da 142 larghi gradini realizzati in pietra lavica abbellita con tasselli in ceramica.
Si tratta di piastrelle in ceramica policroma che presentano sull’alzata variopinte decorazioni:
gradino dopo gradino, ripropongono differenti temi decorativi, come motivi floreali, geometrici e rappresentazioni di animali.
Ai lati della scalinata si insinuano suggestive stradine e quartieri accessibili soltanto a piedi.
Essi ospitano piccole abitazioni, edicole di santi, tutte su più piani che sono collegati a loro volta da rampe di scale.
Festa Santa Maria del Monte
Col tempo la scala è diventata un simbolo di Caltagirone e proprio sui suoi gradini, ogni anno, nel mese di maggio, si svolge l’Infiorata, un omaggio che i calatini fanno alla Madonna. Migliaia di vasi e di piante si uniscono alle ceramiche colorate.
Nel mese di luglio per il 24 e 25 in occasione della festa di S. Giacomo sugli scalini vengono accesi dei lumini. Ogni lumino deve essere collocato al posto giusto perché tutti insieme formano una decorazione particolare. La città assiste a questo momento in perfetto silenzio, ed è tutt’oggi una tradizione che viene tramandata da padre in figlio. Nell’orario stabilito e al segnale convenuto, i coppi si accendono uno dopo l’altro, dando vita a un serpente di fuoco. Gli stoppini vengono alimentati con steli di piante secche, lo spettacolo che dura un paio di ore, vede la partecipazione di migliaia di spettatori.
Questo incantevole evento è possibile ammirarlo anche il 14 e 15 agosto.
La Scala di Santa Maria del Monte è un capolavoro di arte, architettura e folklore.